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Dr. Giulio Fioroni
Specialista in Endocrinologia I Diabetologia I Andrologia e malattie del metabolismo I TRATTAMENTO FARMACOLOGICO OBESITA' I roma
Dr. Giulio Fioroni
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giulio.fioroni@gmail.com
338 175 09 74
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SUL MONDO DELL'ENDOCRINOLOGIA
Trattamento Farmacologico dell'Obesità
Percorso nutrizionale farmacologico
Follow up strutturato della composizione corporea con MOC DEXA TOTAL BODY
L’obesità è una condizione cronica che necessita di approcci terapeutici integrati e mirati. Negli ultimi anni, la gestione farmacologica dell’obesità ha visto l’introduzione di farmaci innovativi, che mimano l’azione di un ormone naturale, il “glucagon-like peptide-1” (indicato con la sigla GLP-1), chiamati appunto agonisti del recettore del GLP-1, e che hanno dimostrato effetti significativi non solo sulla riduzione del peso corporeo, ma anche sul miglioramento di diversi parametri metabolici e su vari organi target.
Questi farmaci sono nati, inizialmente, con l’idea di trattare il diabete tipo 2, in quanto il loro meccanismo d’azione prevede un aumento della produzione di insulina (ormone che riduce la glicemia), la riduzione della secrezione di glucagone (ormone che aumenta il rilascio di carboidrati dal fegato) e quindi un miglior controllo glicemico generale.
Tuttavia, ci si è accorti che questi farmaci, facevano anche perder peso, in quanto, mimando il comportamento dell’ormone GLP-1, hanno anche la capacità di rallentare lo svuotamento gastrico dopo l’assunzione di cibo e di ridurre l’appetito mediante l’invio di segnali di sazietà al cervello. Una volta assunti dai pazienti, questi farmaci bloccano anche i recettori di GLP-1 presenti in alcune aree del cervello che regolano la fame, riducendo l’appetito e aumentando il rifiuto verso i cibi processati, che sono quelli che più fanno ingrassare.
In questo articolo, analizzeremo le principali opzioni farmacologiche disponibili in Italia per il calo ponderale, concentrandoci sugli agonisti del GLP-1.
Va ricordato che questi farmaci non rappresentano una “bacchetta magica” che risolve da sola il problema del peso ma vanno sempre associati ad terapie comportamentali.
L’impiego di questi farmaci, è possibile esclusivamente in associazione a una dieta ipocalorica, a un aumento dell’attività fisica e in pazienti con Indice di Massa Corporea (BMI):
· > 30 kg/m2 (obesità)
· > 27 kg/m2 e < 30 kg/m2 (sovrappeso) in associazione a una comorbilità correlata al peso (diabete tipo 2, ipertensione, dislipidemia, apnea ostruttiva del sonno, malattie cardiovascolari)
Agonisti del GLP-1: Principali farmaci disponibili in Italia
Come detto, gli agonisti del GLP-1 sono farmaci che mimano l’azione del peptide glucagon-like, il quale svolge un ruolo importante nella regolazione dell’appetito e del metabolismo. Stimolando il recettore GLP-1, questi farmaci rallentano lo svuotamento gastrico, promuovono la sazietà e modulano la risposta insulinica. Di seguito, alcuni dei principali agonisti del GLP-1 attualmente disponibili in Italia:
Semaglutide (Nome commerciale: Wegovy)
Nel caso della semaglutide bisogna prima fare una premessa: prima di Wegovy, sono nati altri farmaci con lo stesso principio attivo (semaglutide): Ozempic e Rybelsus.
Tuttavia, questi farmaci sono nati per il diabete ad hanno ancora indicazione esclusivamente per il trattamento del diabete. Pertanto, sono prescrivibili e rimborsabili dal SSN solo nei pazienti diabetici e non possono essere prescritti per il trattamento dell’obesità.
Per completezza:
Ozempic: somministrazione settimanale, sottocutanea con penne preriempite. Dose iniziale raccomandata: 0,25 mg una volta alla settimana, per quattro settimane, poi da aumentare a 0,5 mg una volta alla settimana. La dose, può essere poi ulteriormente aumentata a 1 mg o 2 mg, sempre una volta alla settimana, se il controllo glicemico non è soddisfacente (0.25-0.5-1.0-2.0 mg). Poi, quando ci si è accorti della capacità di Ozempic di indurre un importante calo ponderale, Novo Nordisk, ha fatto domanda di autorizzazione per un nuovo farmaco (appunto Wegovy) che è sostanzialmente l’Ozempic, ma con un dosaggio più alto e realizzato appositamente come rimedio e indicazione contro l’obesità.
Rybelsus: somministrazione quotidiana, ma per via orale, con compresse. Rybelsus disponibile in compresse da 3 mg, 7 mg e 14 mg. La dose prevede 3 mg/die per un mese, aumentabile a 7 mg/die per un mese e poi a 14 mg/die, se il controllo glicemico non è soddisfacente. Anche Rybelsus è prescrivibile (e rimborsabile dal SSN) solo per il trattamento del diabete e non può essere prescritto per il trattamento dell’obesità, anche perché si è dimostrato scarsamente efficace nell’indurre la perdita di peso.
La grande richiesta per questi farmaci ed il loro uso inappropriato ha fatto sì che l’approvvigionamento di questi farmaci diventasse difficoltoso anche per i pazienti diabetici. Pertanto, spesso sono introvabili nelle farmacie italiane, soprattutto Ozempic.
Torniamo ora all’unico farmaco a base di semaglutide attualmente prescrivibile con l’indicazione per l’obesità:
Wegovy
· Principio attivo: Semaglutide
· Produttore: Novo Nordisk
· Dosaggio e somministrazione: Somministrazione settimanale, sottocutanea. Semaglutide viene somministrato in una dose settimanale, iniziando con 0,25 mg e aumentando gradualmente, mensilmente, fino alla dose di mantenimento di 2,4 mg (0.25-0.5-1.0-1.7-2.4 mg). La somministrazione è sottocutanea.
· Risultati e studi clinici: Il programma di studi STEP (Semaglutide Treatment Effect in People with obesity) ha dimostrato perdite di peso significative, con riduzioni che hanno raggiunto il 15-18% rispetto al placebo. Wegovy può essere prescritto anche nei ragazzi adolescenti con più di 12 anni (con obesità (IMC>95 percentile) e peso superiore a 60 kg. Anche semaglutide ha mostrato effetti benefici a livello cardiovascolare, con una riduzione della pressione arteriosa e un miglioramento del profilo lipidico, oltre a benefici metabolici su steatosi epatica e funzionalità renale. La semaglutide (Wegovy) oltre ad essersi dimostrata più efficace rispetto alla liraglutide (Saxenda) nel favorire il dimagrimento ha la comodità di poter essere somministrata una sola volta la settimana. (Prezzo variabile in base al dosaggio: attualmente intorno a 220/294 €).
Tirzepatide (Nome commerciale: Mounjaro)
· Principio attivo: Tirzepatide
· Produttore: Eli Lilly
· Dosaggio e somministrazione: Somministrazione settimanale, sottocutanea. Tirzepatide, un agonista duale dei recettori GLP-1 e GIP, ed è da poco disponibile in Italia. Nei trial clinici viene somministrato una volta alla settimana a dosi che variano da 2.5 mg a 15 mg. L’incremento posologico va effettuato ogni quattro settimane (2.5-5.0-7.5-10.0-12.5-15 mg).
· Risultati e studi clinici: Studi recenti come il SURPASS hanno mostrato risultati eccezionali, con una riduzione media del peso fino al 20-22% nei pazienti trattati (con la posologia settimanale di 10/15 mg). Ma già con il dosaggio di 5 mg/settimana, si ottiene un calo del peso del 16% dopo 72 settimane di terapia. Oltre alla perdita di peso, tirzepatide ha dimostrato miglioramenti in vari parametri cardiometabolici, incluso un maggiore controllo della glicemia, una riduzione della steatosi epatica e benefici renali. (Prezzo variabile in base al dosaggio: attualmente intorno a 346/485/623 €).
Vantaggi aggiuntivi degli agonisti GLP-1
Oltre alla perdita di peso, gli agonisti del GLP-1 offrono una serie di benefici che migliorano la salute generale dei pazienti:
· Miglioramenti cardiovascolari: Riduzione della pressione arteriosa, miglioramento del profilo lipidico e riduzione del rischio di eventi cardiovascolari maggiori.
· Benefici epatici: Diminuzione della steatosi epatica, che aiuta a prevenire la progressione verso la steatoepatite non alcolica (NASH).
· Benefici renali: Protezione contro la nefropatia diabetica e miglioramento della funzionalità renale.
· Miglioramento del metabolismo generale: Riduzione della resistenza insulinica, controllo glicemico e riduzione dei marcatori infiammatori sistemici.
Tra i possibili effetti collaterali i più frequenti sono: nausea, vomito, diarrea, colelitiasi e sviluppo di pancreatite. Particolare attenzione deve esser posta nei pazienti con nota retinopatia diabetica.
Tutti i sopracitati farmaci sono prescrivibili dal medico specialista (endocrinologo), con l’obiettivo del calo ponderale e sono in fascia C (ovvero il costo è totalmente a carico del paziente e non è dispensato dal SSN).
Si ricorda, infine, che trattandosi di medicinali, peraltro molto costosi, vanno assunti sotto stretta sorveglianza medica e seguendo una serie di indicazioni per monitorare benefici ed effetti collaterali. Bisogna diffidare dall’autoprescrizione, dall’acquisto del farmaco su internet e più in generale dal fai da te.
Il percorso terapeutico comprende tre step:
1. Valutazione iniziale: Prima di iniziare la terapia, i pazienti vengono sottoposti a una serie di esami diagnostici, tra cui analisi del sangue e MOC Dexa total body per effettuare una valutazione basale pre trattamento.
2. Piano terapeutico e nutrizionale personalizzato: Oltre alla prescrizione di farmaci come gli agonisti GLP-1, viene elaborato un piano nutrizionale individuale in base alle esigenze e agli obiettivi specifici del paziente.
3. Monitoraggio periodico (prima visita, controlli a 3 e 9 mesi): Durante il percorso, il paziente è seguito da un team di medici, e da uno specialista in endocrinologia che valuta regolarmente l’andamento della terapia, effettuando nuovi esami di controllo e apportando le necessarie modifiche terapeutiche o nutrizionali. Una volta eseguita la prima valutazione endocrinologica e iniziata la terapia, per la prescrizione delle successive terapie è necessario seguire gli altri due step.
4. Follow-up e valutazione dei risultati: Al termine del ciclo terapeutico, viene effettuata una valutazione complessiva dei risultati ottenuti, con particolare attenzione alla perdita di peso, ai miglioramenti metabolici e agli effetti sugli organi target come fegato, reni e sistema cardiovascolare.
Conclusioni
Gli agonisti del GLP-1 rappresentano un importante passo avanti nella gestione farmacologica dell’obesità, dimostrando efficacia non solo nella riduzione del peso corporeo ma anche nel miglioramento complessivo della salute metabolica. La possibilità di combinare queste terapie con un percorso di supporto personalizzato presso ambulatori specializzati offre ai pazienti un approccio integrato e completo, che massimizza i benefici e aumenta la probabilità di raggiungere e mantenere gli obiettivi di perdita di peso e salute generale.
MOC DEXA TOTAL BODY
La Moc DEXA è una prestazione di diagnostica per immagini il cui acronimo sta per ”Mineralometria/Densitometria ossea computerizzata a Raggi X a doppia energia L’esame MOC, generalmente eseguito per valutare la densità minerale ossea e per la diagnosi dell’osteoporosi, se effettuato in Total Body, grazie a software dedicati, è in grado di misurare non solo la quantità di grasso corporeo, ma anche la sua distribuzione e quindi la quantità di massa grassa (sia viscerale che sottocutanea), la massa magra ed il loro rapporto.
Questa misurazione diventa particolarmente rilevante nel contesto della “healthspan”, dal momento che la presenza di una quantità eccessiva di grasso viscerale risulta strettamente correlata allo sviluppo di alcune patologie dismetaboliche, cardiovascolari e neurodegenerative, pertanto l’esecuzione della MOC DEXA TOTAL BODY risulta di estrema importanza in termini di prevenzione.
Al fine di poter stabilire con il paziente un approccio mirato alla sua condizione.
La Moc DEXA Total Body permette di conoscere la composizione corporea, ricavando i seguenti dati:
Cosa sono grasso viscerale e grasso sottocutaneo?
Il dato più significativo che la Moc DEXA Total Body ci può dare, è la quota di grasso viscerale (VAT) e quella del grasso sottocutaneo (SAT).
Cos’è la massa magra?
La massa magra rappresenta tutto quello che non è massa grassa all’interno del nostro corpo.
Generalmente più massa magra abbiamo, maggiore è la nostra componente muscolare, il che risulta fondamentale non solo per atleti o persone appassionate al fitness, ma anche per gli anziani, al fine di condurre uno stile di vita sano ed avere ottimi risultati in termini di longevità
Conseguenze organiche: obesità
L’impatto dell’aumento del peso corporeo sulla morbilità (ovvero il numero di giornate di assenza dal lavoro per malattia) e sulla mortalità (percentuale delle morti in rapporto ai viventi) è così elevato che l’obesità è considerata oggi uno dei maggiori problemi per la salute pubblica.
L’obesità comporta un maggiore rischio di sviluppare diverse complicanze fisiche quali:
· Diabete di Tipo 2 o diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM)
· Tumori
· Artrosi
· Problemi di fertilità e complicanze in gravidanza
Malattie cardiovascolari
Chi è obeso spesso presenta contemporaneamente diabete, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e ipertensione (la così detta Sindrome Metabolica).
L’obesità predispone l’individuo a una serie di fattori di rischio cardiovascolare tra cui:
· Cardiopatie ischemiche;
· Insufficienza coronarica;
· Insufficienza venosa;
· Ipertensione;
· Aumento del tasso di colesterolo nel sangue.
Nella donna, l’obesità è al terzo posto tra i fattori di rischio di malattie cardiovascolari, dopo l’età e la pressione arteriosa. Il rischio di attacco cardiaco per una donna obesa è circa tre volte superiore a quello di una donna magra della stessa età. (Hubert, H.B., et al., Obesity as an independent risk factor for cardiovascular disease: a 26-year follow-up of participants in the Framingham Heart Study. Circulation, 1983. 67: pp. 968-977).
Diabete di Tipo 2 o diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM)
L’obesità è una delle principali cause del diabete di Tipo 2, il diabete che si sviluppa normalmente in età adulta, o diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM). A differenza del diabete di Tipo 1, nel diabete di Tipo 2 il pancreas produce ancora insulina; questa però è comunque insufficiente o poco efficace per le necessità dell’organismo. I diabetici di Tipo 2 sono generalmente soggetti adulti tendenti all’obesità. Il grasso in eccesso, infatti, fa sì che il corpo sia resistente all’insulina (ormone che aiuta l’organismo a mantenere un adeguato livello di zucchero nel sangue) così che vi è un eccesso di glucosio (zucchero) nel corpo con conseguenze negative sulla salute. In effetti, il rischio di sviluppare il diabete di Tipo 2 aumenta già con un IMC (o BMI) nettamente al di sotto della soglia di obesità (IMC = 30). Il rischio di diventare diabetici aumenta parallelamente all’IMC, soprattutto nei soggetti con una predisposizione genetica a questa malattia, e cala parallelamente alla perdita di peso. Le donne obese hanno probabilità 12 volte superiori di sviluppare il diabete di Tipo 2 rispetto alle donne con un peso normale. (Parillo, M. and G. Riccardi, Diet composition and the risk of Type 2 diabetes: epidemiological and clinical evidence. British Journal of Nutrition, 2004).
Tumori
Molti tipi di cancro sono associati al sovrappeso, tra cui:
· Cancro del colon e del retto;
· Cancro dell’esofago;
· Cancro dell’ovaio;
· Cancro dell’utero;
· Carcinoma mammario;
· Cancro dei reni e della prostata.
Calcoli biliari
Le persone obese hanno un rischio maggiore di soffrire di calcoli: in questi casi viene prodotta una maggiore quantità di colesterolo; questo si può depositare nella cistifellea e facilitare la formazione di calcoli.
Artrosi
Un peso eccessivo si tramuta in un abnorme pressione sulle giunture (in particolare delle ginocchia, dei fianchi e della parte inferiore della schiena) e ne consuma la cartilagine protettiva, irrigidendo la giuntura stessa e provocando dolore.
Si è rilevato in particolare una relazione tra l’obesità e la gonartrosi (artrosi del ginocchio) che può diventare talmente seria da obbligare la persona a dover impiantare delle protesi al ginocchio e/o all’anca.
Il mal di schiena è un ulteriore aspetto caratteristico di chi è in sovrappeso: il dolore, infatti, è spesso la conseguenza a ernie sulla colonna vertebrale emerse in seguito al forte peso della massa grassa.
Complicanze respiratorie
La sindrome da apnea notturna è una condizione seria in cui la persona smette di respirare per brevi periodi di tempo durante la notte e respira pesantemente. Essa è caratterizzata da tipici sintomi notturni (apnee prevalentemente di tipo ostruttive, russare, movimenti anomali e insonnia) e sintomi tipici diurni (cefalea mattutina, sonnolenza e grave compromissione della vigilanza e dell’efficienza). Si possono inoltre verificare disturbi dell’umore e deficit cognitivi quali riduzione della memoria, dell’attenzione e dell’apprendimento. La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno o OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), caratterizzata da ripetuti episodi di completa e/o parziale e/o prolungata ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, è una delle più gravi conseguenze respiratorie dello stato di obesità in quanto comporta una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue e, quindi, rischi di compromissione cerebrale.
Ictus (infarto cerebrale)
L’obesità addominale è un potente fattore di rischio che può provocare l’ictus ischemico in persone di entrambi i sessi, anche se giovani. L’obesità è infatti associata all’arteriosclerosi ovvero l’accumulo di depositi di grasso nelle arterie, comprese quelle del cervello. La formazione di un grumo di sangue in un’arteria del cervello può ostacolare lo scorrere del sangue in quella zona e provocare un ictus.
Problemi di fertilità e complicanze in gravidanza
Un aumento della massa corporea può essere associato a difficoltà di fertilità sia negli uomini che nelle donne. L’obesità può inoltre comportare diabete da gestazione e altri problemi nel corso della gravidanza e può aumentare il rischio di complicanze durante il parto.